La spinta a mangiare cibi ipercalorici più del dovuto ha una motivazione ben precisa, che viene perfettamente illustrata da questo brano:
“… Se una donna dell’età della pietra s’imbatteva in un albero carico di fichi, la cosa per lei più ragionevole da farsi era mangiarne quanti più poteva, lì sul posto, prima che un branco di babbuini spogliassero l’albero dei suoi frutti… Oggi possiamo anche vivere nell’appartamento di un grattacielo con frigoriferi pieni di roba, ma il nostro DNA pensa ancora che siamo nella savana…” (Yuval Noah Harari “Da animali a dèi: Breve storia dell’umanità”)
Capito? Non è colpa nostra! Se il maledetto “gene dell’ingozzamento” non ci fosse sarebbe tutto molto più facile.
Godiamoci questo pensiero liberatorio per pochi secondi e poi ragioniamo: “ok ma noi adesso non facciamo tutte le cose che facevamo quando vivevamo selvaggi nella savana; per esempio non prendiamo a pietrate in testa il tizio che ci ha fregato il posteggio e – esattamente come controlliamo quell’istinto – dovremmo controllare anche quello di ingozzarci”.
In realtà controllare il cibo è una rottura di scatole impressionante: c’è gente che lo fa naturalmente, oppure se ne frega perché ha un metabolismo talmente veloce che sembra abbia una fornace al posto dell’apparato digerente.
Noi siamo normali, mangiare ci piace e se mangiamo tanto ingrassiamo.
Il problema è che non ci piace essere grassi e fuori forma. Quindi facciamo la cosa più istintiva: ci guardiamo allo specchio inorriditi, accendiamo il pc e digitiamo su Google:
“come perdere i chili in poco tempo”, oppure andiamo in edicola e ci compriamo tutte le riviste che nei titoli di copertina riportano assurdità come
“Perdere 5 chili in una settimana con la dieta della crusca”, oppure
“La dieta del pompelmo: la preferita delle star americane”.
Desiderarlo è normale. Esattamente come è normale desiderare di essere ricchi senza lavorare o muscolosi senza allenarsi. Crederci però è ingenuo e – in certi casi – anche un po’ rischioso.
Perché è vero che possiamo perdere qualche litro d’acqua (che la bilancia non distingue dal grasso o dai muscoli) in un paio di settimane. Ma è altrettanto vero che, finita la dieta-lampo, come risultato permanente ci rimane solo “la fame atavica”.
In realtà dobbiamo ricordarci 4 concetti base:
- non esiste una dieta che va bene per tutti
- quanto si è grassi o magri non è solo questione di bilancia
- non ci si improvvisa dietologi o nutrizionisti
- l’attività fisica è funzionale alla dieta e la dieta è funzionale all’attività fisica
Nel frattempo possiamo farci pesare con una bilancia impedenziometrica che ci dice come stiamo realmente messi nel rapporto grasso/acqua/muscoli.
Stabiliamo il nostro obiettivo in termini di perdita di grasso assieme a un personal trainer ed un nutrizionista serio e vediamo come conseguirlo.
Sicuramente l’attività fisica è essenziale per raggiungere i nostri obiettivi e lo abbiamo già detto; anche in questo caso non esistono scorciatoie e i metodi che troviamo sulle riviste lasciano il tempo che trovano.
Stabilito l’obiettivo e iniziato il nuovo regime nutrizionale, dimentichiamoci la bilancia per qualche mese e iniziamo il nostro nuovo regime alimentare.
Ovviamente cosa mangeremo sarà legato a come siamo fatti fisicamente, a come e quanto vogliamo dimagrire (o ingrossare), a quale tipo di sport pratichiamo (se ne pratichiamo), a quanto la nostra vita quotidiana è sedentaria o attiva (sarebbe meglio se fosse attiva, ma se è sedentaria vedremo di farla muovere un po’) e sarà legato ad alcuni principi fondamentali:
- non sarà inutilmente rigido
- non conterrà cibi proibiti in assoluto (a meno che non ci siano particolari stati patologici legati a quei cibi)
- sarà adattabile alla nostra vita di tutti i giorni
- ci permetterà di fare qualche piccola trasgressione di tanto in tanto senza farci dire “oh no! Adesso che ho mangiato quel trancio di pizza ho rovinato tutto” (quindi non ci darà la scusa tipica delle diete rigide: ormai ho sgarrato, mangio tutto quello che voglio e ci riprovo la prossima volta).
Articolo a cura di
Tiziano Berretti
Personal Trainer