Nel 2007 l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) definì l’osteopatia una medicina non
convenzionale basata sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e di trattamento.
In Italia, ad oggi, è considerata a tutti gli effetti una professione sanitaria (individuata
ufficialmente nella legge 3/2018) basata su un approccio integrato e complementare alla medicina
tradizionale che ha lo scopo di stimolare le potenzialità di autoguarigione corpo umano.
L’ osteopatia rappresenta, quindi, il primo metodo codificato di manipolazione, ma è molto di più
che questo: appare come una scuola di pensiero medico basata su una filosofia terapeutica
totalmente in contrasto con il pensiero scientifico già presente all’ epoca nella quale l’ osteopatia
stessa ha preso origine (fine ‘800). E ancora oggi propone un metodo di approccio mirato alla
globalità, alla visione d’insieme del paziente, rispetto alla medicina tradizionale, centrata molto di
più sulla sintomatologia.
Per osteopatia (dal greco “osteon” – osso e dall’ inglese “path” – sentiero), si intende una forma di
assistenza incentrata sulla salute della persona piuttosto che sulla malattia; si avvale, infatti, di
un approccio causale e non sintomatico (spesso infatti la causa del dolore trova la sua locazione
lontano dalla zona dolorosa), ricercando le alterazioni funzionali del corpo che portano al
manifestarsi di segni e sintomi che possono poi sfociare in dolori di vario genere.
“Lo stato di salute di una persona dipende dalla conservazione della sua condizione di equilibrio
funzionale settoriale e globale, specie nell’ottica della prevenzione generale e in specifici contesti
di cronicità patologica”Luigi Ciullo, presidente ADOE (Associazione degli Osteopati Esclusivi).
Tutte le parti del corpo e, in particolare, le ossa, i muscoli, i legamenti, i tessuti
connettivi, devono, cioè, poter funzionare in modo armonico. Alle origini dell’osteopatia la sua
utilità derivava dal fatto che non si conoscevano molte delle terapie farmacologiche attuali, quindi
sia la diagnosi che il trattamento venivano affidati spesso all’analisi palpatoria e alle terapie
manuali.
L’approccio olistico al paziente che ne derivò, secondo il quale non si può agire sulle
singole componenti del corpo senza tener conto delle relazioni con la globalità dell’organismo,
rappresenta oggi un criterio di innovazione in medicina generale e preventiva: una potenzialità
questa che ha reso indispensabile l’osteopatia per milioni di persone anche ai giorni nostri.
Sempre premesso che
gli osteopati si pongano nei confronti della medicina allopatica in termini di complementarietà multidisciplinare e nel rispetto della diagnosi medica, da intendersi come presupposto ineludibile per ogni terapia
conclude Ciullo.
L’individuo è visto nella sua globalità come un sistema composto da muscoli, strutture
scheletriche ed organi interni che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna
vertebrale. Ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) e l'ambiente in cui essa vive è
dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura: il
benessere appunto.
Ogni restrizione di mobilità nella fisiologia (perdita di movimento), di qualunque tessuto del
corpo, porta il nostro organismo a creare, autonomamente, una serie di risposte efferenti e di
adattamenti periferici. Questi hanno lo scopo di mantenere l’omeostasi organica. La “famosa”
capacità di auto-guarigione propria del corpo. Quando queste risposte e questi adattamenti non
sono sufficienti, si instaura nel corpo la disfunzione, che è il primo passo verso la patologia.
Per disfunzione osteopatica (o lesione osteopatica), non si intende un danno tangibile in senso
medico-chirurgico. Non può essere evidenziata attraverso radiografie, tac o risonanza magnetica.
La disfunzione osteopatica non è “anatomica”, concreta, non si vede ma viene percepita da una
mano intelligente e da un tocco esperto. Il concetto di malattia non è più legato ad una patologia a
sé stante di un determinato distretto corporeo, ma fa parte di un meccanismo a catena in cui è
coinvolto tutto l’organismo tramite le interconnessioni tra i vari organi e apparati, dove ogni parte
si integra con le altre. Quanto appena detto, sta alla base del perché il problema può anche essere
molto distante dalla sede del dolore.
Quando tutte le parti del corpo umano sono armoniche abbiamo una salute perfetta, quando
non lo sono l’effetto è la malattia. Quando le parti vengono risistemate la malattia cede il posto
alla salute.Andrew Taylor Still, fondatore dell’Osteopatia.
Articolo a cura di
Lorieri Maddalena
Osteopata